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Fkt - Rieducazione Sportiva, Ortopedica e Terapia Manuale s.n.c.
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LA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA

TERAPIA

La patologia della cuffia dei muscoli rotatori della spalla rappresenta un problema di frequente riscontro negli atleti. Può presentarsi in associazione a lesioni del cercine glenoide, tendinite bicipitale, borsite sottoacromiale o instabilità secondaria a microtraumi, o può essere conseguenza di ripetuti sovraccarichi che iniziano già negli atleti più giovani.

Il trattamento riabilitativo si articola in tre fasi.

FASE ACUTA: gli obiettivi sono finalizzati alla diminuzione dell’infiammazione, al ripristino della normale biomeccanica della spalla e al raggiungimento di un grado adeguato di forza e bilanciamento muscolare che stabilizzi il cingolo scapolare. In questa fase possono essere somministrati farmaci antinfiammatori allo scopo di ridurre l’infiammazione. Questo effetto può essere accelerato dall’infiltrazione di cortisonici. Sono comunque da evitare infiltrazioni ripetute poiché possono indebolire i tendini ed aumentare il rischio di lesioni a carico della cuffia. La terapia fisica si avvale di crioterapia (ghiaccio). L’elettroterapia (TENS) associata agli ultrasuoni può essere utilizzata per il trattamento del dolore acuto. Gli esercizi per il recupero dell’articolarità devono essere eseguiti” a tolleranza”, rispettando il dolore. Il paziente può passare alla fase riabilitativa successiva quando la componente algica è minima o assente e ha raggiunto un grado di mobilità discreto.

FASE DI RECUPERO: non appena scompare la fase infiammatoria acuta deve essere intrapreso un accurato programma di potenziamento ed allungamento muscolare. E’ necessario lavorare non solo nel distretto scapolo-toracico ma anche a livello del tratto lombare della colonna che deve essere mobilizzato se presenta irrigidimento. Gli esercizi di chinesiterapia attiva-assistita, seguiti da movimenti attivi per il recupero della mobilità articolare devono iniziare partendo dalla posizione di arto superiore addotto cioè vicino al tronco; in particolare una condizione di rigidità della spalla deve essere corretta mediante un accurato programma di attivazione e stretching. I casi più difficili possono richiedere un massaggio profondo se fenomeni cicatrizionali ostacolano una corretta mobilizzazione. Gli esercizi di potenziamento devono iniziare con contrazioni isometriche su vari piani di movimento. Il potenziamento isotonico si applicherà prima a carico dei muscoli della colonna e verrà poi seguito dal lavoro per i muscoli stabilizzatori della scapola; il potenziamento dei muscoli della cuffia ha inizio soltanto dopo che i muscoli stabilizzatori della scapola hanno riguadagnato un grado di forza sufficiente per garantire una corretta cinematica scapolare. Un potenziamento precoce dei muscolo della cuffia potrebbe determinare il fallimento del protocollo conservativo. Molto importante, insieme al potenziamento dei muscoli della cuffia è il recupero della coordinazione neuromuscolare.

FASE DI MANTENIMENTO: quando l’atleta non avverte più alcun dolore e possiede una buona mobilità, in tutte le direzioni, può passare alla fase di mantenimento dove gli ultimi deficit biomeccanici e funzionali vengono risolti aggiungendo esercizi più complessi in catena cinetica chiusa, esercizi pliometrici e in contrazione eccentrica. In questa ultima fase si inseriranno esercizi per il recupero del gesto atletico specifico a difficoltà crescente fino ad arrivare a compiere l’attività sportiva in maniera completa e continuativa.

Igor Scodellaro Fisioterapista