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Fkt - Rieducazione Sportiva, Ortopedica e Terapia Manuale s.n.c.
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RUOLO DELL’EQUILIBRIO CORPOREO NELLA PREVENZIONE DEI TRAUMI DA SPORT

L’input che ci ha spinto ad affrontare questo lavoro di sperimentazione è stata senz’altro la possibilità di utilizzare una strumentazione che ci permettesse di analizzare i risultati di un trattamento osteopatico sull’atleta.

Nello sport, più che in altri ambiti, l’attenzione è spesso focalizzata ad intervenire preventivamente su tutte le situazioni ambientali, tecniche ed individuali che possono predisporre ad un eventuale disequilibrio corporeo. Questo è dovuto anche al fatto che in medicina dello sport si registra, ormai da tempo, un incremento di patologie infiammatorie e degenerative a carico dell’apparato locomotore, la cui genesi trae origine dall’azione meccanica di vari fattori (come la crescente quantità ed intensità degli allenamenti, l’evoluzione tecnologica dell’attrezzo sportivo, l’incremento della frequenza delle gare, ecc.) su una serie di elementi individuali predisponenti. L’utilizzo del Va-Factor in questi ultimi anni è stato sempre più frequente all’interno delle associazioni sportive, in quanto permette di avere una valutazione attendibile dell’atleta al fine di individuare la predisposizione all’infortunio tramite un’analisi dell’equilibrio funzionale delle catene muscolari cinetiche dell’arto inferiore: Il Va-Factor, infatti, fa parte oramai della strumentazione di base delle diverse società sportive, anche di altissimo livello, che sono solite monitorare costantemente i propri atleti con questa strumentazione. L’apparecchio consiste in un accelerometro che utilizza la tecnologia wireless per analizzare diversi gesti atletici, tra cui, per praticità di utilizzo, abbiamo scelto lo skip a ginocchia alte, indagando i parametri neuromuscolari specifici della prestazione. Lo skip a ginocchia alta è un’andatura di corsa in cui l’atleta non solo cerca di muovere gli arti inferiori ad un ritmo elevatissimo, ma cerca di so9llevre le ginocchia fin quasi all’altezza del petto, in genere cercando di avanzare pochissimo, in questo caso cercando di rimanere sul posto. Questo esercizio utilizzato anche nei programmi di allenamento oltre che per l’agilità è utile per impegnare i quadricipiti, che normalmente nella corsa lenta intervengono poco. La cosa che ci è sembrata veramente interessante dal punto di vista osteopatico, è che questa strumentazione effettua un’analisi dinamica delle catene muscolari, e quindi, del loro equilibrio reciproco in movimento. Tra i fattori individuali predisponenti all’infortunio in medicina dello sport spesso vengono individuate disfunzioni posturali, che rappresentano uno degli aspetti sui quali medici e ricercatori rivolgono oggi grande attenzione. La postura è la reazione del corpo alla forza di gravità al fine di mantenere la stazione eretta in statica e in dinamica. Per riuscire in questo intento il corpo obbedisce a tre leggi: equilibrio, economia e comfort: Equilibrio ed economia saranno sempre preservati in una situazione di massimo comfort possibile. Quando il sistema è in disfunzione, esso non è più economico e appaiono un certo numero sintomi che perturbano la postura e di conseguenza mettono in disordine il gesto atletico. Il Va-Factor ci consente di individuare la presenza di questa perturbazione che si rifletterà nell’equilibrio delle catene anteriori e posteriori dell’arto inferiore perturbato, ossia troveremo, durante l’impegno massimale dell’atleta, delle anomalie sui diversi tracciati indici che il corpo sovraccarica un determinato gruppo muscolare nel tentativo di mantenere il baricentro all’interno del poligono di sostegno.

Abbiamo definito un protocollo di esame e intervento osteopatico sull’atleta. L’obiettivo, ovviamente, anche nel caso dell’atleta asintomatico, è stato quello di rimetterlo in equilibrio e di rendere a questo punto il tracciato finale più armonico possibile; il fine è quello di eliminare uno dei fattori predisponenti ad un eventuale infortunio. Avendo una strumentazione attendibile che ci dà una valutazione dell’equilibrio muscolare dinamico dell’arto inferiore, l’intento è stato quello di dimostrare l’importanza del riequilibrio della postura come prevenzione dei traumi da sport. Abbiamo per questo comparato il risultato del test strumentale prima e dopo il trattamento e valutato le variazioni ottenute per documentare l’efficacia di un intervento di riequilibrio nei punti chiave della postura. Per far questo abbiamo utilizzato il trattamento dei pivbot osteopatici che sono appunto i punti del corpo protagonisti della gestione della forza gravitazionale e sono situati a livello della caviglia, del ginocchio, della colonna lombare, dorsale e cervicale. Lo studio è stato condotto su un gruppo di 42 atleti professionisti e dilettanti, di entrambi i sessi, di un’età compresa tra i 18 e 40 anni, che svolgono attività sportiva da più di 5 anni, con frequenze di allenamento di minimo 3 sedute settimanali. I criteri di esclusione riguardano:

- presenza di sintomatologia acuta muscoloscheletrica in atto
- fratture pregresse dell’arto inferiore
- lesioni muscolari di III° grado pregresse
- rottura parziale o completa del LCA o LCP, anche dopo ricostruzione chirurgica
- rottura parziale o completa di altre strutture capsulolegamentose dell’arto inferiore.

Ovviamente sono stati presi in considerazione anche tutti gli atleti che, ad una prima anamsesi, non riferivano nessuna sintomatologia in atto ma, all’analisi con il Va-Factor presentavano un’anomalia nei tracciati. I dati in nostro possesso indicano un netto miglioramento dei tracciati del Va- Factor sia subito dopo il trattamento che a distanza , valutato analizzando l’armonia dei valori massimi e minimi e la regolarità tra i vari picchi, parametri che disegnano una curva sinusoidale.

I risultati della nostra sperimentazione evidenziano un risparmio di energia ed un’attività più armonica delle catene muscolari, con una diminuzione delle anomalie dei tracciati indici di sovraccarico funzionale: su 42 atleti, i tracciati che hanno riportato un miglioramento sono 29, che equivalgono ad una percentuale del 69.

E’ inoltre da tenere presente che, a prescindere dall’andamento dei tracciati, gli atleti esaminati hanno in diversi casi dichiarato un miglioramento della sintomatologia, indice che la stimolazione neurofisiologica dei pivot ha consentito agli atleti di trovare un diverso equilibrio che ne aumenta il comfort migliorandone il controllo posturale. Il fatto che un trattamento tendente a riequilibrare la postura come in questo caso il trattamento specifico dei pivot osteopatici,, possa migliorare i tracciati è significativo dell’importanza di questo intervento a fini preventivi,, soprattuttoin atleti che svolgono attività a livelli agonistici e quindi sono sollecitati da notevoli carichi prestativi finalizzati al raggiungimento della performance; il lavoro sulla postura dovrebbe perciò essere inserito all’interno di un adeguato programma di allenamento in ogni tipo di attività sportiva al fine di preservare l’atleta il più possibile da eventuali infortuni.

Cristina Feliziani Osteopata D.O.M.R.O.I